venerdì 30 settembre 2016

Cenni di tango - Poesia di carla vercelli (Riflessioni)

Cenni di tango - Poesia di carla vercelli (Riflessioni): Dapprima è la 'mirada', lo sguardo / complice d'intesa e sensuale intrigo. / Tra i capelli -meglio neri / ma bionda è la polvere dalle ombre- / una rossa rosa / che s'avvertano persino le spine, / l'originario dolore / dei vicoli di

martedì 27 settembre 2016

Cavalli, dipinto

C'è una poesia di Mario Luzi che ad un certo punto recita così:

"La vita sulla terra è dolorosa
ma anche gioiosa: mi sovvengono
i piccoli dell'uomo, gli animali, gli alberi."

Fra le creature che rendono la vita gioiosa il grande poeta include gli animali.
Sono pienamente d'accordo. Pur non essendo un'animalista nutro un enorme rispetto ed affezione per gli animali. Ho sempre avuto con me gatti, cani, usignoli giapponesi e sono attratta ed affascinata anche dalle abitudini e dagli stili di vita di tutti gli animali selvatici.
Ho iniziato molto tempo fa a dipingere i miei gatti e il mio cane per poi ritrarre animali che conosco meno direttamente.Tra questi uno dei più eleganti è sicuramente il cavallo. Quando sono stata in Camargue mi è capitato di osservare molti cavalli lasciati relativamente liberi nelle praterie e paludi del delta del Rodano e ne ero entusiasta. Tanto da raccogliere loro fotografie che hanno dato origine a questo dipinto.

Un puledrino di qualche giorno accudito dalla madre sullo sfondo del Mediterraneo...
Cavalli, olio su tela, cm 60 x 80

I cavalli Camargue nascono scuri e diventano poi bianchi intorno ai quattro-cinque anni quindi è da supporre che, se si tratta della madre, sia relativamente giovane, non ancora del tutto adulta o piuttosto che siano due cavalli berbero-arabi data la loro corporatura più tozza rispetto al Camargue. Resta il fatto che vederli e dipingerli è stata per me una grande gioia!

mercoledì 21 settembre 2016

La volpe e la parola, poesia

Immagina la parola come una magnifica volpe
incontrata per caso su immacolato manto nevoso
si sofferma a penetrarti col suo sguardo.

Ha molto da farsi perdonare, la parola:
le scorribande nei pollai degli uomini,
la prolissa fatuità del suo girovagare,
i sabotaggi alle dighe delle terre alte,
le connivenze col dominio prepotente dei lupi,
l'infedeltà al pensiero, la libertà presunta.

La parola è ruffiana e feroce,
desiderante e scaltra,
nega e rinnega più volte se stessa.

Ma nel momento in cui t'appare
essa è verginale, autentica, calma,
pare non avere nessuna orma dietro sé,
puoi sentire, palpabile,
la sua ancestrale aspirazione
a essere addomesticata poco per volta
-come i numerosi segugi che la cacciano-
per condividere ed esprimere il vissuto.

Ti contempla per un attimo come fosse scesa
dall'empireo, da altri sconosciuti pianeti
e poi se ne riparte verso i suoi nivei spazi
distogliendo prima il suo sguardo dal tuo

ed è lì, proprio in quel momento
che nasce la poesia.