venerdì 4 ottobre 2019

Self-portrait

Lascio la mia solita irrequietezza
in balia del gorgoglio di parole
o alla mercé di tinte vigorose.

La parola è segno che rimanda,
nome che chiama a sé una mancanza;
il colore accentua presenza-assenza.

Vivo con l'entusiasmo di una ninfa
che confuta ogni rappresentazione.
Eppure nasce il canto, la linea.

Senza giammai raggiungermi m'inseguo
sulle tracce del vano simulacro
che ri-presenta la mia vita, il mondo.

Immagino: rimemoro e progetto.
Dal nulla, ciò che fu e non è ancora,
chiamo a me sempre la più dolce estate.


Uno dei miei giri in bicicletta, 2019

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