Si creano all'ora d'oro -come dal nulla-
tinte uniformi, quasi irreali
tra scanalature e sporgenze del Rosengarten.
Giardino di rose, giardino di rose...
Ma tu hai veduto la conca d'erba verdastra
ove vantavi un attimo prima il tuo cammino?
Riassorbita dal rosso diffuso
dove inizia la ghiaia dei sabbioni.
Hai scorto il ruscello che balzava gaio
tra i sassi? Prosciugato dal fuoco dell'occaso.
E lo squittio della faina, disarmata all'estate?
Zittito da un solenne coro vermiglio
di navate tra le crode.
Ora e qui -in questa sommità eterna-
è la rude armonia della pietra a prevalere,
a dissolvere persino il nevaio
in ombre scarlatte
sotto un cielo cobalto e nitido
d'imminenti impassibili stelle.
Nessun commento:
Posta un commento