Le mie numerose scarpe
hanno la medesima mia dualità,
seducono morbide e accoglienti
nei luccichii delle vetrine,
tradiscono a insoddisfazioni incipienti
lasciando fastidiosi verruche e calletti
sulla mia stessa carne.
A volte però cammino scalza
e spuntano fiori, astri, mughetti
sui metatarsi, terre e cieli,
mammole e tigri, spiagge e bianchi veli,
quadri di un Sorolla arabo
dopo la beat generation.
Ho due piedi in zone adombrate
dalle assonanze meno esplicite.
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