martedì 19 dicembre 2017

Cenni di tango

Dapprima è la "mirada", lo sguardo
complice d'intesa e sensuale intrigo.
Tra i capelli -meglio neri
ma bionda è la polvere dalle ombre-
una rosa rossa
che s'avvertano persino le spine,
l'originario dolore
dei vicoli di Buenos Aires.

Poi le mani: i palmi appoggiati, il calore
che emana il sangue dai coltelli,
la postura fiera del gaucho,
l'abbandono falsamente ritroso
-quasi l'odore dei bordelli-
della prostituta o della sciantosa,
che all'uomo s'affida.
Le braccia come rami spezzati
allo struggersi del bandòneon.
Infine le gambe. Uno, due,
uno due, tre, quattro,
indietro, indietro, di lato, avanti, di lato...
Lì, l'intrico delle strade si fa fitto
fino alla prima posa,
tacita. lunga come un pianto.

Si vive o si muore
Non c'è via di mezzo, nel tango
si balla e si ama,
ci s'innamora senza scampo.
In quest'abbraccio di passione
si scopre di saper già ballare
da qualche oscuro passato
e -oltre ogni proibizione-
di non aver ancora amato.


         
   "Autoritratto prima di ballare un tango"
olio su tela

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