-La metti la sesta?- La voce
accanto a me distoglie
da una canzone che mi emoziona.
Strano, di solito corro più di lui!
E' che ora vedo solo curve
e dietro le curve spirali biancheggianti
come i fumosi pensieri di un gatto
chiazzato e monumentale
tutto solo sul tetto in beole
del portico della villa in riva al lago.
Il suo sguardo d'oro si perde
nella solitudine d'acqua
nei riflessi del crepuscolo
appena movimentati da un battello.
-Carla, lo vedi anche tu?- La voce sorride.
No, non mi chiamo Carla, chiamami Lou,
Emma, Nusch, Frida, Albertine...
Sono qui a contemplare da distante
la mia vita, l'unica
con grande margine d'errore
ma ho vissuto tutte le loro vite,
come una fuggitiva esatta.
domenica 31 dicembre 2017
Verso il nord della penultima vita
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Etere
L’abbraccio dello sguardo
accoglie più cose
anche quelle invisibili.
Salgo all’amenità
di questo luogo sacro
nell’intrico dei ricordi
La mano di mio padre,
così stretta, sulla mia
a illustrare le sculture
sollevandomi alle grate,
la mano del mio uomo,
così calda, anche nei giorni foschi
e la Tua mano, così lontana
ma così in Luce...
Ho vissuto eterea,
un riflesso sull'acqua placida
del lago, una nube smussata
dal profilo della collina,
la siepe a distanziare.
In questo luogo
la mia carne
s’è fatta cielo e speranza.
L’abbraccio dello sguardo
accoglie più cose
anche quelle invisibili.
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Lou ad Orta
Deve essere stata la stessa luce
che accolse Lou e Friedrich in un giorno di maggio
dopo la salita da Orta al Sacro Monte:
la luminosità rinviava all'effetto dei colori,
i colori rimandavano al profumo delle resine,
i profumi sottintendevano canzoni wagneriane dalle onde.
Sì, deve essere stata la stessa luce
che illuse Nietzsche e gli saturò la mente
la stessa luce che liberò crisalidi dal cuore di Lou
e ne generò farfalle, ostinatamente pertinenti.
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sabato 23 dicembre 2017
D'ora in poi
Tutte le cose che ho provato
ma non ho mai conosciuto del tutto:
la fotografia, il corso di danza e d'acquagym,
le lezioni americane di Calvino,
i monumenti, i musei e gli orizzonti all'alba,
quegli uomini che dicono adorabili bugie
per portarti con loro e, meno adorabilmente,
se ne vanno dalla tua vita
e soprattutto te
d'ora in poi voglio vivere meglio.
Un tentativo di discernimento mi compete
adesso che si è appianato quello strano conflitto
fra tempo e impazienza
e il tempo è il corpo e il corpo è la memoria
-tempo sedimentato.
Ora che impagino i miei giorni di vaniglia
e sentori dei mari del Sud,
sappi -mio amore-
che sei più di un fondale,
uno scenario, un atto...
Sei quel divenire delle cose che mutano,
e restano.

giovedì 21 dicembre 2017
L'isola prima della neve
Ne hanno sentore le frondose palme
e l'isola ne conosce il momento,
come sa il tempo d'acque marmoree
o quelle agitate da troppo vento;
sa i baci, i pianti, i sogni ed i sorrisi,
i passi stanchi, o più briosi e decisi.
Adesso il lago è suonato da arpe,
matasse e piumini rosa dipana
solare eruzione e amnesia breve
del crepuscolo misto a tramontana.
Si vedono storie tornare calme,
ritrovare vie trote iridee,
arenarsi sul fondale le carpe.
Si vedono...
amori tornare a luoghi di pace
e anche il mio amore luce riceve
da dolci emozioni e teneri sguardi.
Ne hanno sentore e adesso è già tardi:
sussurrano che presto è la neve
a dire amore in silenzio loquace.
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mercoledì 20 dicembre 2017
Eterni, poesia
Giorno concluso
sui tetti delle case
gatto sorpreso
dalla continuità del mondo-
si resta di luce e d'ardesia.
sui tetti delle case
gatto sorpreso
dalla continuità del mondo-
si resta di luce e d'ardesia.

martedì 19 dicembre 2017
Cenni di tango
Dapprima è la "mirada", lo sguardo
complice d'intesa e sensuale intrigo.Tra i capelli -meglio neri
ma bionda è la polvere dalle ombre-
una rosa rossa
che s'avvertano persino le spine,
l'originario dolore
dei vicoli di Buenos Aires.
Poi le mani: i palmi appoggiati, il calore
che emana il sangue dai coltelli,
la postura fiera del gaucho,
l'abbandono falsamente ritroso
-quasi l'odore dei bordelli-
della prostituta o della sciantosa,
che all'uomo s'affida.
Le braccia come rami spezzati
allo struggersi del bandòneon.
Infine le gambe. Uno, due,
uno due, tre, quattro,
indietro, indietro, di lato, avanti, di lato...
Lì, l'intrico delle strade si fa fitto
fino alla prima posa,
tacita. lunga come un pianto.
Si vive o si muore
Non c'è via di mezzo, nel tango
si balla e si ama,
ci s'innamora senza scampo.
In quest'abbraccio di passione
si scopre di saper già ballare
da qualche oscuro passato
e -oltre ogni proibizione-
di non aver ancora amato.
"Autoritratto prima di ballare un tango"
olio su tela
olio su tela

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